"Questa crisi è indubbiamente una crisi dei bambini, che sta causando la perdita di intere generazioni” 

Arnauld Akodjenou, Consulente Speciale dell’Alto Commissariato per i rifugiati (UNHCR) in Sud Sudan 


SUD SUDAN

LA GUERRA NON LASCIA TREGUA DAL 2013

DONA ORA

Aiutaci costruire piccoli sistemici idrici che garantiscono acqua potabile a intere comunità

I costi umani del conflitto in Sud Sudan hanno raggiunto dimensioni epiche. Se la guerra non cesserà, il numero dei rifugiati crescerà ancora fino a raggiungere quota 3 milioni. Il conflitto sta privando il Sud Sudan della sua gente, la più grande risorsa per una nazione così giovane. La gente dovrebbe poter costruire il paese, non essere costretta a lasciarloFinché i sud sudanesi non avranno la pace, il mondo deve correre in loro aiuto

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Nel 2011 il Sud Sudan si separa dal Sudan con un referendum, ottenendo tuttavia l’indipendenza solo al termine di una guerra civile. Alla fine del 2013 inizia un’escalation di violenza interna che continua fino ad oggi. 

Entrata da poco nel suo quinto anno, quella del Sud Sudan resta la crisi di rifugiati che cresce più velocemente in tutta l’Africa. Dal 2013, anno di inizio della guerra civile4,4 milioni di persone sono state strappate alle loro case. Hanno trovato riparo principalmente in Uganda e in altri paesi limitrofi, 2,4 milioni di rifugiati sud sudanesi. Più della meta, 1,3 milioni, sono bambini e bambine. Nonostante i cessate il fuoco e i tentativi di accordi di pace, il perdurare di questo conflitto e le continue escalation di violenza fanno sì che il Sud Sudan sia il terzo paese di provenienza dei rifugiati a livello mondiale, dopo Siria e Afghanistan. Alla fine di quest’anno il numero dei rifugiati rischia di superare i 3 milioni: sarebbe il maggiore esodo in Africa dai tempi del genocidio in Ruanda.

 La mancanza di cibo e di acqua aggrava la situazione, dal momento che violenze e abusi si consumano spesso sfruttando la vulnerabilità di coloro che cercano di procurarsi il minimo indispensabile per sopravvivere. Inoltre, a causa di questa insufficienza, oltre la metà dei bambini e delle bambine rifugiati non possono andare a scuola. Questa crisi umanitaria sta mettendo a rischio intere generazioni.

UNHCR SI STA OCCUPANDO DEGLI OLTRE 2,4 MLN DI SUD SUDANESI RIFUGIATI NEI SEGUENTI PAESI:

  1. UGANDA (1,067,637)
  2. SUDAN (768,125) 
  3. ETIOPIA (443,352)
  4. KENYA (114,689)
  5. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO (92,700)


Si tratta in prevalenza di donne, bambini e bambine, molti dei quali hanno attraversato i confini del paese da soli. Sono tanti i malati e coloro soffrono di malnutrizione. Oltre la metà della popolazione del Sud Sudan sopravvive grazie agli aiuti umanitari.

Grazie al  sostegno dei nostri donatori e al lavoro incessante dei nostri operatori oggi riusciamo in alcuni casi a fornire 20 litri di acqua al giorno per persona, ma in alcune altre aree la fornitura resta molto al di sotto.

In Uganda, il paese con la più corposa popolazione di rifugiati in Africa, la fornitura di acqua non arriva nemmeno agli standard minimi di emergenza. Trasportando l’acqua potabile con le autobotti, riusciamo a portare solo 10 litri per ogni persona, troppo pochi.


GLI EFFETTI BENEFICI DELL'ACQUA

Protezione

Nutrizione 

Istruzione

Nel 2018, vogliamo concentrare i nostri sforzi sulla realizzazione di sistemi di approvvigionamento idrici sostenibili, oltre che per migliorare quelli esistenti, con l’obiettivo fondamentale di garantire 20 litri d’acqua al giorno a persona, per 1 milione e 100 mila rifugiati sud sudanesi in Uganda.

Spesso le donne, i bambini e le bambine sono incaricati di andare a prendere l’acqua e questo gli espone al rischio di subire violenze sessualiRendere sicuro l’accesso alle fonti di acqua riduce questo rischio.

Mediamente una donna spreca circa il 17% delle calorie che assume per andare a prendere l’acqua per sé  e la sua famiglia. Garantire l'accesso a una fonte vicina ha un'impatto nutrizionale.

In un campo di rifugiati in Uganda, il 42% dei minori ha dovuto interrompere la scuola per occuparsi della raccolta dell’acqua. Fornire acqua potabile significa garantire il diritto all'istruzione.

Miriam, 7 anni, e i suoi fratelli soffrivano di dissenteria quando sono arrivati nel campo di rifugiati. "Abbiamo camminato per 7 giorni senza acqua potabile. Dovevo far bere ai miei figli qualsiasi cosa trovassimo lungo la strada. Era una cosa dolorosa. Adesso i miei figli possono bere dell'acqua pulita e, da mamma, sono molto felice"

Fatima, rifugiata sud sudanese

Di quanta acqua si ha bisogno?

Per sopravvivere a un'emergenza servono minimo 15 litri di acqua al giorno, a persona.

In Italia, primo paese in Europa per consumo d’acqua pro-capite, si utilizzano in media 241 litri al giorno, a persona.

In condizioni normali, fare una doccia fa consumare dai 30 ai 60 litri di acqua.

SUD SUDAN

LA GUERRA NON LASCIA TREGUA DAL 2013

TERZO PAESE DI PROVENIENZA DEI RIFUGIATI A LIVELLO MONDIALE 

L'UNHCR  è l'Agenzia delle Nazioni Unite che assicura protezione e assistenza ai RIFUGIATI e a tutti coloro che a causa di guerre, violenze, persecuzioni e gravi calamità sono costretti a fuggere lasciando la propria casa e la propria terra.

TERZO PAESE DI PROVENIENZA DEI RIFUGIATI A LIVELLO MONDIALE 

Nel 2011 il Sud Sudan si separa dal Sudan con un referendum, ottenendo tuttavia l’indipendenza solo al termine di una guerra civile. Alla fine del 2013 inizia un’escalation di violenza interna che continua fino ad oggi. 

Entrata da poco nel suo quinto anno, quella del Sud Sudan resta la crisi di rifugiati che cresce più velocemente in tutta l’Africa. Dal 2013, anno di inizio della guerra civile4,4 milioni di persone sono state strappate alle loro case. Hanno trovato riparo principalmente in Uganda e in altri paesi limitrofi, 2,4 milioni di rifugiati sud sudanesi. Più della meta, 1,3 milioni, sono bambini e bambine. Nonostante i cessate il fuoco e i tentativi di accordi di pace, il perdurare di questo conflitto e le continue escalation di violenza fanno sì che il Sud Sudan sia il terzo paese di provenienza dei rifugiati a livello mondiale, dopo Siria e Afghanistan. Alla fine di quest’anno il numero dei rifugiati rischia di superare i 3 milioni: sarebbe il maggiore esodo in Africa dai tempi del genocidio in Ruanda.

 La mancanza di cibo e di acqua aggrava la situazione, dal momento che violenze e abusi si consumano spesso sfruttando la vulnerabilità di coloro che cercano di procurarsi il minimo indispensabile per sopravvivere. Inoltre, a causa di questa insufficienza, oltre la metà dei bambini e delle bambine rifugiati non possono andare a scuola. Questa crisi umanitaria sta mettendo a rischio intere generazioni.

costi umani del conflitto in Sud Sudan hanno raggiunto dimensioni epiche. Se la guerra non cesserà, il numero dei rifugiati crescerà ancora fino a raggiungere quota 3 milioni. Il conflitto sta privando il Sud Sudan della sua gente, la più grande risorsa per una nazione così giovane. La gente dovrebbe poter costruire il paese, non essere costretta a lasciarloFinché i sud sudanesi non avranno la pace, il mondo deve correre in loro aiuto

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati

UNHCR SI STA OCCUPANDO DEGLI OLTRE 2,4 MLN DI SUD SUDANESI RIFUGIATI NEI SEGUENTI PAESI:

  1. UGANDA (1,067,637)
  2. SUDAN (768,125) 
  3. ETIOPIA (443,352)
  4. KENYA (114,689)
  5. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO (92,700)


Si tratta in prevalenza di donne, bambini e bambine, molti dei quali hanno attraversato i confini del paese da soli. Sono tanti i malati e coloro soffrono di malnutrizione. Oltre la metà della popolazione del Sud Sudan sopravvive grazie agli aiuti umanitari.

Grazie al  sostegno dei nostri donatori e al lavoro incessante dei nostri operatori oggi riusciamo in alcuni casi a fornire 20 litri di acqua al giorno per persona, ma in alcune altre aree la fornitura resta molto al di sotto.

In Uganda, il paese con la più corposa popolazione di rifugiati in Africa, la fornitura di acqua non arriva nemmeno agli standard minimi di emergenza. Trasportando l’acqua potabile con le autobotti, riusciamo a portare solo 10 litri per ogni persona, troppo pochi.


L'UNHCR  è l'Agenzia delle Nazioni Unite che assicura protezione e assistenza ai RIFUGIATI e a tutti coloro che a causa di guerre, violenze, persecuzioni e gravi calamità sono costretti a fuggere lasciando la propria casa e la propria terra.

Nel 2018, vogliamo concentrare i nostri sforzi sulla realizzazione di sistemi di approvvigionamento idrici sostenibili, oltre che per migliorare quelli esistenti, con l’obiettivo fondamentale di garantire 20 litri d’acqua al giorno a persona, per 1 milione e 100 mila rifugiati sud sudanesi in Uganda.

Miriam, 7 anni, e i suoi fratelli soffrivano di dissenteria quando sono arrivati nel campo di rifugiati. "Abbiamo camminato per 7 giorni senza acqua potabile. Dovevo far bere ai miei figli qualsiasi cosa trovassimo lungo la strada. Era una cosa dolorosa. Adesso i miei figli possono bere dell'acqua pulita e, da mamma, sono molto felice"

Fatima, rifugiata sud sudanese

DONA ORA

Aiutaci costruire piccoli sistemici idrici che garantiscono acqua potabile a intere comunità

Di quanta acqua si ha bisogno?

Pesopravvivere a un'emergenza servono minimo 15 litri di acqua al giorno, a persona.

In Italia, primo paese in Europa per consumo d’acqua pro-capite, si utilizzano in media 241 litri al giorno, a persona.

In condizioni normali, fare una doccia fa consumare dai 30 ai 60 litri di acqua.